Riccardo Felice. Nato il 2 agosto 1814. Secondogenito. Fu allievo dell’accademia militare, poi ufficiale di fanteria. Mentre trovavasi di guarnigione a Nizza (marittima) nel 1839, si fidanzò con la donna che divenne poi sua moglie [l’anno successivo]. [Che fece nel ’48 – ’49 ?]

Raggiunse nel 1858 il grado di maggiore nel 2° reggimento di fanteria, brigata Savoia. Quale capitano nel 13° fanteria fu ferito alla battaglia di Solferino, e più precisamente alla Madonna della Scoperta, il 24 giugno 1859 [aveva 45 anni], e non si ritirò dal combattimento se non dopo la seconda ferita. Ricoverato all’ospedale militare di Brescia, guarì. Ebbe la medaglia d’argento al valor militare. [Qualche zio, forse Emanuele o forse mia madre (quindi sarebbe un ricordo di mio padre Max), mi ha raccontato che la moglie lo cercò per giorni girando sul campo di battaglia e dove erano stati ricoverati i feriti, poiché nella confusione della battaglia, non si sapeva più dove fosse finito, finché lo ritrovò all’ospedale e selo portò via a casa dove fu curato. M’immagino come avrà viaggiato da Brescia a Casale su carri e mezzi di fortuna per giorni col marito che forse delirava; ma la Carolina Gresley era un tipo deciso!]

Trasferito poi nello Stato Maggiore delle piazze con il grado di luogotenente colonnello di fanteria, fu applicato alla piazza di Genova. Andò in riposo il 20 luglio 1864. Fu cavaliere dell’Ordine Mauriziano. Morì a Genova, nel palazzo Pinelli, dove si era stabilito, l’11 aprile 1886 [a 72 anni], e fu sepolto nella cappella della tenuta Regina.

Sposò il 17 novembre 1840 a Londra nella chiesa anglicana di St James in Piccadilly e nella cappella cattolica del re di Sardegna, Carolina Maria Gresley nata il 12 dicembre 1809 a Leichfield (Inghilterra), protestante, figlia del barone Riccardo e di Carolina Grote. Morì il 18 novembre 1902 a Milano (via Cernaia 11) e fu ivi sepolta nel reparto acattolico del cimitero monumentale, tomba-giardino 27.

[nota di Paolo Langosco: Zio Menene mi mostrò una foto colorata, della Carolina anziana in una posa stile regina Vittoria in un giardino con un ricamo in grembo, una signora un pò pesante, con in capo una cuffietta un pò curiosa ed un’aria molto decisa. Sempre lo zio raccontava che dopo la guerra del 40-45, Rabbagliati (il cantante) venne a trovare sua madre (nonna Maria, la moglie di nonno Riccardo) e gli raccontò d’esser figlio di un servitore di casa Langosco a Milano che ancora ricordava come la Carolina Gresley dicesse al personale “battete i tapissi!” (cioè “battete i tappeti!”) evidentemente anche da vecchia aveva difficoltà con l’italiano. Io stesso una volta circa nell’ ’84, avendo fatto degli acquisti in centro a Milano e volendo pagare con un assegno dovetti mostrare un documento all’anziano cassiere che quando vide il mio nome mi raccontò di esser figlio di un servitore di casa Langosco a Milano e mi raccontò ridendo che suo padre si lagnava perché “si mangia sempre riso, sempre riso!”, sicuramente era il riso della tenuta Regina. Riccardo mio cugino, mi raccontò che la tenuta Regina fu sistemata “coi soldi dell’inglese”, ma non ho dettagli.]